“Riformare il calcio 2.0”. È questo il titolo del documento “di indirizzo contenente le proposte di riforma del calcio italiano” realizzato dalla Lega Serie A in aggiornamento di quello già presentato nel dicembre 2022 e approvato oggi, lunedì 12 febbraio, dai club riuniti in assemblea con 16 voti a favore e quattro astenuti (ovverosia Inter, Juve, Milan e Roma, i quattro club che hanno votato per la riduzione del campionato a 18 squadre).
Un documento di ventisei pagine, di cui l’ANSA ha preso visione e in cui la Lega elenca i 12 punti principali su cui intende sviluppare il proprio progetto di riforma, che sarà ora presentato alla Figc. “L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del calcio italiano sotto ogni profilo, sportivo, culturale ed economico-finanziario, assicurando al contempo un incremento delle risorse e una riduzione dei costi”, si legge nel testo.
Sono come detto 12 i temi centrali: si va dalle infrastrutture alla governance federale, passando per l’ordinamento dei campionati, gli aspetti economico-finanziari, gli arbitri, i giovani, i giocatori, le seconde squadre, il calcio femminile, le coppe nazionali, le proposte alle federazioni calcistiche e infine le proposte normative. Tutti temi su cui poi la Lega ha sviluppato una serie di proposte.
Si parte quindi con una riduzione delle squadre professionistiche, perché 100 è un numero troppo alto, ripensando i criteri d’accesso per i campionati professionistici e al tempo stesso rivedendo il sistema di promozioni e retrocessioni tra le leghe.
Si passa poi alla questione tanto dibattuta della governance federale, con la Lega che chiede più peso in Consiglio, una maggiore autonomia stile Premier ma anche un diritto d’intesa più forte sui temi che riguardando direttamente la Serie A. E non mancano le richieste anche al Governo, come una percentuale del volume delle scommesse e l’abolizione del divieto di sponsorizzazioni dal betting, oltre al ripristino del beneficio per gli impatriati.
C’è poi anche la richiesta di riaprire alla multiproprietà, che dovrebbe invece scomparire a partire dal 2028/29 secondo l’ultima norma votata dalla Figc, oltre ad una spinta sulle seconde squadre.
Sugli aspetti più sportivi, invece, c’è anche quella di modificare la Coppa Italia “valutando format della competizione collegati alle giornate di campionato”, mentre dal punto di vista economico c’è l’idea di valutare proposte di salary cap per quanto riguarda gli stipendi dei giocatori.
Infine, la Lega chiede anche di valutare la piena indipendenza per il settore arbitrale e il professionismo per i fischietti, insieme ad aspetti come il Var a chiamata e le espulsioni a tempo.