Il Taranto verso la ripartenza dall’Eccellenza: le possibili soluzioni
Dopo l'esclusione del Taranto FC 1927, l'iter per la rinascita passa dall'articolo 52 NOIF: bando pubblico e nuova società in Eccellenza.
Dopo l’esclusione del Taranto FC 1927 dalla Serie C, il futuro del calcio nella città jonica resta incerto. L’unica strada percorribile per garantire la continuità sportiva sembra essere quella prevista dall’articolo 52, comma 10 delle NOIF (Norme Organizzative Interne della FIGC), che consente la creazione di un nuovo club, ammesso in sovrannumero nel campionato di Eccellenza, due categorie sotto la terza serie nazionale.
Tuttavia, questa possibilità dipende da due fattori: la rinuncia ufficiale del Taranto FC 1927 all’iscrizione al prossimo campionato o l’impossibilità di saldare entro i termini previsti tutte le pendenze federali, inclusi stipendi, contributi e incentivi all’esodo.
L’iter per la rinascita
Il primo passo spetta al sindaco di Taranto, che dovrà avviare un bando pubblico per raccogliere manifestazioni di interesse da parte di imprenditori o gruppi intenzionati a rifondare la squadra. Tra le candidature presentate, verrà selezionata quella più solida e affidabile, anche con il possibile supporto di una commissione comunale.
Una volta individuato il nuovo soggetto sportivo, la documentazione necessaria dovrà essere trasmessa alla FIGC, accompagnata da un assegno circolare di 100mila euro a fondo perduto, richiesto per l’iscrizione in sovrannumero. La decisione finale spetterà al Presidente della FIGC e al Presidente della LND, che valuteranno la documentazione prima di ratificare l’ammissione della nuova società al campionato.
Esclusione dei vecchi dirigenti
Un elemento chiave dell’articolo 52 è l’esclusione di ogni coinvolgimento da parte di ex dirigenti, soci o rappresentanti della vecchia società. Questa norma è stata introdotta per prevenire il ritorno di figure responsabili di precedenti fallimenti gestionali, garantendo una gestione completamente nuova e indipendente.
Misure di questo tipo sono state pensate per salvaguardare città con una forte tradizione calcistica, come Taranto e Turris, da crisi societarie che potrebbero privarle del calcio professionistico. Ora la responsabilità passa all’amministrazione comunale e agli imprenditori interessati a investire in un progetto serio e sostenibile, con l’obiettivo di riportare il calcio tarantino ai livelli che merita.
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