Nel cuore di San Zeno Verona, una storia di resilienza e coraggio si è scritta con forza. Damiano Vaccaro, giovane portiere di ventidue anni, membro della squadra locale impegnata nella Seconda Categoria del Veneto, ha vissuto un’esperienza che ha scosso profondamente la sua vita. Un capitolo triste e inaspettato che nessuno avrebbe mai desiderato.
La scorsa settimana, un violento incidente stradale alle porte della città ha cambiato tutto. Le ferite riportate alla sua gamba sinistra erano così gravi che l’unica scelta possibile per salvarlo è stata l’amputazione dell’arto. È stato un colpo devastante, un dolore profondo che ha suscitato un senso di sgomento e tristezza in ognuno di noi. Questo evento non ha colpito solamente il mondo del calcio dilettantistico di San Zeno Verona, ma ci ha ricordato quanto sia fragile la vita stessa.
Oggi, Damiano lotta per riprendersi dal suo letto d’ospedale presso Borgo Trento. La sua forza interiore e la sua determinazione sono straordinarie. La sua storia, il suo coraggio e la sua resilienza ci commuovono profondamente, risvegliando un sentimento di empatia e compassione in ciascuno di noi. Mentre affronta la sua personale sfida con dignità e coraggio, il mondo del calcio, dalla sua città natale a tutta la comunità calcistica veronese, lo abbraccia con un affetto collettivo e pieno di amore.
La storia di Damiano ci ricorda che la vita può metterci di fronte a sfide incredibili, ma è anche un inno alla forza umana e alla capacità di superare le avversità.
“Ringrazio tutte le persone che hanno pensato a me, inviato messaggi e dimostrato affetto“, ha dichiarato Damiano, come riportato dal quotidiano “L’Arena“. “La cosa che mi spinge a guardare avanti è il pensiero di poter far sorridere e stare bene gli altri. Se in questo momento provassi la tristezza comprensibile di chi mi circonda, la mia situazione sarebbe ancor più difficile. Abbraccio e ringrazio i miei genitori, gli amici, tutti i compagni e i dirigenti del San Zeno. Hanno dimostrato un’umanità e gentilezza uniche. Ho sempre amato essere un portiere; amo quella sensazione di essere differente, sia nei colori che nell’approccio agli allenamenti e alle partite. Per giocare in porta, occorrono forza mentale, personalità, la capacità di non abbattersi e la prontezza nel reagire a ogni situazione. Queste qualità mi serviranno ora più che mai per superare questo momento difficile.”
“Mando un abbraccio a coloro che mi hanno fatto appassionare al calcio nella veste di portiere, come Marco Fagnani, Mattia Facci e Dennis Marana. Persone come Mauro Tedesco, mio compagno al Pozzo, mi hanno sempre colpito per la loro personalità. Dall’affetto dei miei cari, in particolare i miei genitori, fino alle tante persone che ho conosciuto attraverso il calcio, spero di trovare la forza per ricominciare.”
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