Vincenzo Caputo, presidente del Lavello, è intervenuto nel corso della trasmissione La Puglia nel Pallone, in onda su Antenna Sud 85. Tra i vari argomenti discussi, particolare rilievo ha assunto il ricorso presentato dal club gialloverde in merito al Mancinelli di Tito, dimora del Picerno prima che il club rossoblù tornasse al Curcio. A detta del numero uno del Lavello, le possibilità che il ricorso possa essere vinto sono concrete:
“Esiste una giustizia sportiva e in questa fase, nella quale la stessa non si è ancora espressa, non possiamo rendere pubblico il motivo del ricorso poiché vige il segreto istruttorio. Posso però dire che, a detta nostra, il Mancinelli di Tito non è omologato per ospitare un match di Serie D, o quantomeno se dovesse esserlo, che venisse dimostrato con apposita documentazione. Noi abbiamo speso molto sul fronte strutturale investendo sia su Lavello che su Venosa anche in termini di utilizzo delle strutture, investimenti che potevano essere dirottati sulla rosa: mi sembra corretto accertarci che anche gli altri abbiano fatto lo stesso. D’altronde, richiedere una documentazione non è mica fuori dal mondo: se vengo fermato e mi viene chiesto di esibire la patente, la mostro, cordiali saluti e buon lavoro a tutti…”.
fonte: www.tuttopotenza.com