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D/C: Colpo in attacco per la Luparense. Firma un italo-brasiliano

Con un comunicato sul proprio sito ufficiale la società annuncia:

La Luparense Fc è lieta di annunciare che Francesco Finocchio è un nuovo giocatore della Prima squadra.

Italo-brasiliano, attaccante classe 1992 proveniente dal Mantova, sarà immediatamente a disposizione di mister Nicola Zanini.

«Il mio calcio, quello che amo, è fatto di passione e di emozioni: Francesco è un giocatore con doti tecniche e umane al di sopra della media. Riesce a entusiasmare, a far sembrare facile quello che facile non è. Per me e per i tifosi della Luparense, l’arrivo di Francesco è un deja-vu perchè andiamo a ripercorrere la tradizione vincente degli italo-brasiliani in maglia rossoblù.

Con il Calcio a 5 gli italo-brasiliani ci hanno permesso di scrivere pagine indelebili di storia in Italia e nel Mondo. Il legame che c’è fra il nostro calcio, l’idea che vogliamo portare avanti e l’anima funambolica del futsal brasiliano torna ad essere protagonista… e non nascondo un pò di curiosità in tal senso» – Stefano Zarattini, presidente Luparense.

Francesco Finocchio ha sempre avuto la valigia in mano, ma per sua fortuna non è mai stato da solo. Già perché accanto a lui aveva una famiglia speciale che lo seguiva e si spostava ovunque andasse. Come quando da ragazzino fu comprato dal Parma. Insieme a lui fecero la valigia anche il papà e la mamma:

«Quando sei giovane – dichiara Francesco Finocchio – e non hai una guida al tuo fianco che ti segue nei momenti difficili è dura. Molti ragazzi si perdono.Avere le persone più care accanto ti dà una mano enorme, soprattutto da adolescente».

Il sostegno è una spinta fondamentale nella sua crescita fin dagli inizi in Brasile, quando prima del calcio c’era il futsal:

«Ho fatto un po’ di calcio anche in Brasile perché da piccolino con i miei facevamo spesso avanti e indietro. Quando cominci ad avvicinarti a questo mondo lì giochi a futsal. Giochi veloce e nello stretto, per questo magari i brasiliani tecnicamente sono più bravi. Ci si gioca fino agli 11-12 anni, poi c’è chi continua e altri tipo me che si dedicano solo al calcio. Se lo seguo ancora? Sì, da piccolo quando c’è stato il Mondiale a Caserta, città dove sono nato e cresciuto, sono andato a vedere alcune partite e mi piace molto perché c’è molta tecnica, i giocatori si esibiscono in numeri pazzeschi».

Tecnica e cuore. Francesco ha preso un po’ tutto dei posti dove è stato: i numeri funambolici da ala brasiliana, il cuore e la passione italiana. Lui si sente italiano: «Tra Italia e Brasile scelgo sempre la prima, io mi sento italiano». E adesso è sanmartinaro!