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D/A: Ecco il nuovo allenatore del Chieri

Partiamo dai numeri, che non mentono mai. Oltre 500 panchine da allenatore (senza contare le esperienze da collaboratore tecnico, una su tutte con il mito Giovanni Trapattoni) e 359 gettoni da calciatore (con la ciliegina del doppio salto dalla C alla A, da protagonista, con il Catania). Il Chieri ha da oggi un signor allenatore e un allenatore signore: Roberto Sorrentino.
Gatto tra i pali e camaleonte in panchina, Roberto Sorrentino è nato a Napoli il 14 agosto 1955. Cresce nelle giovanili partenopee e si mette in luce collezionando, giovanissimo, poco meno di 100 presenze in Serie C con le maglie di Nocerina e Paganese. Nel 1979 (anno in cui nasce Stefano, il “suo” attuale presidente) passa a Catania ed è amore a prima vista. Con i rossazzurri gioca cinque stagioni in crescendo, diventando capitano e quindi trascinatore di una squadra capace di entusiasmare e di arrampicarsi dalla C alla Serie A. Si trasferisce poi a Cagliari dall’84 all’87, per poi chiudere la carriera a Bologna nella massima serie.
Sveste i panni del calciatore e si mette subito in panchina. All’inizio come tecnico dei portieri (con Maifredi e Trapattoni alla Juventus) e poi come primo allenatore. Tante e prestigiose le società in cui si mette in mostra nel ruolo di condottiero: tra le altre, Palazzolo, Fasano, Frosinone, Torino, Taranto, Vigevano, Derthona, Seregno, e poi le esperienze all’estero in Ucraina, Serbia e Albania. Tra Serie C, D e giovanili nazionali, il conto delle panchine supera abbondantemente quota 500.
Ora ha risposto presente alla chiamata del figlio Stefano e del direttore sportivo Antonio Montanaro (con cui ha già lavorato in passato) per alzare l’asticella del club azzurro: “È un impegno difficile ma la famiglia Sorrentino è da sempre una famiglia molto unita – le prime parole di Roberto Sorrentino da allenatore azzurro – Chieri è una delle società più importanti del territorio, quindi, fa molto piacere tornare a casa. Anche perché, come dice il presidente che è un ambizioso, entro cinque anni ci piacerebbe poter fare il salto di categoria, cosa sicuramente non facile, però toccherà a noi anno per anno diminuire i difetti e provare a fare qualcosa di importante”.
Un percorso che dovrà poggiare sempre di più sulla valorizzazione dei talenti della nostra cantera: “Credo che la cosa più importante per un club di Serie D sia crescere i suoi giovani. Il calcio del futuro è di questi ragazzi, che noi dobbiamo mettere in campo e farli migliorare. La crescita deve esserci per tutti: per la prima squadra ma anche per la società”.
Felici di averti sulla nostra panchina: in bocca al lupo mister!

Comunicato della società sul sito ufficiale