La Procura di Roma ha avviato un’indagine su presunte accuse rivolte a Gabriele Gravina, presidente della FIGC, in relazione al caso di dossieraggio sotto inchiesta da parte dei pm di Perugia.
L’indagine, al momento priva di indagati o ipotesi di reato, è stata avviata in seguito a una segnalazione della Direzione nazionale antimafia (DNA) riguardante “presunte attività illecite, come emerge dalle carte dell’indagine di Perugia, poste in essere da Gabriele Gravina“.
Il nucleo principale dell’indagine è coordinato dalla Procura della Repubblica di Perugia a causa del coinvolgimento di un magistrato della DNA.
L’esistenza del procedimento è emersa dall’invito a comparire emesso dalla Procura di Perugia nei confronti del finanziere Pasquale Striano, indagato insieme ad altre 13 persone. Secondo il documento, Striano e Antonio Laudati, sostituto procuratore della DNA, “attestavano falsamente che le fonti di innesco dell’attività investigativa” erano “elementi informativi provenienti dalla Procura di Salerno e da quest’ultima acquisiti nell’ambito di proprie attività investigative“.
In realtà, sempre secondo quanto indicato nell’invito a comparire dei pm umbri, “l’origine dell’atto erano le informazioni ottenute” da un’altra persona “attraverso incontri promossi da Laudati e concordati da Striano nel maggio del 2022“. Secondo la Procura di Perugia, Striano e Laudati “favorivano intenzionalmente un danno a Gabriele Gravina” ipotizzando “attività illecite poste in essere dallo stesso Gravina“.