Lutto nel mondo arbitrale e nel calcio italiano per la scomparsa di Tullio Lanese, morto oggi – 1 marzo – a Messina all’età di 78 anni. Oltre a essere stato uno degli arbitri più apprezzati negli anni ’80, ha ricoperto il ruolo di presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA) dal 2000 al 2006.
Figura centrale nel panorama calcistico dell’epoca, Lanese è stato testimone di un calcio che viveva tra Novantesimo Minuto e le radiocronache domenicali. In segno di lutto, il presidente dell’AIA, d’accordo con il presidente federale, ha disposto che tutti gli arbitri indossino il lutto al braccio nelle gare del fine settimana.
Una carriera tra i grandi del calcio
“Essere arbitro è un modo di vivere, che diventa parte integrante di chi ha passato la propria esistenza sui campi da gioco”. Con queste parole, Lanese intervenne in un numero speciale della rivista L’Arbitro dedicato ai 100 anni dell’AIA.
La sua presidenza fu storica: con la riforma democratica dell’associazione, fu il primo presidente eletto direttamente dagli arbitri e non nominato dagli organi federali.
Entrato nel mondo arbitrale nel 1965, scalò le categorie nazionali fino ai massimi livelli, dirigendo 170 partite in Serie A e 130 in Serie B. A livello internazionale, vantò 38 presenze, tra cui:
- Universiade in Jugoslavia (1985)
- Olimpiade di Seul (1988)
- Mondiale giovanile in Arabia Saudita (1989)
- Mondiale di Italia ’90 (arbitrò tre partite)
- Finale di Coppa dei Campioni 1991 (Stella Rossa-Marsiglia, disputata a Bari)
- Europeo di Svezia 1992
Premi e riconoscimenti
Durante la sua carriera, Lanese ricevette numerosi riconoscimenti: il Premio Mauro nel 1988, la Stella d’Oro del CONI al merito sportivo, e le onorificenze di Cavaliere e Ufficiale della Repubblica.
Dopo aver appeso il fischietto al chiodo, nel 1992 intraprese la carriera dirigenziale, lavorando come delegato UEFA, responsabile tecnico della CAN D e successivamente della CAN C. Nel 2000, fu eletto presidente dell’AIA con il 91% dei voti, confermandosi poi per un secondo mandato. Alla fine della sua carriera, fu nominato dirigente benemeritodell’associazione arbitrale.