Stanislav Bahirov, operaio e calciatore della Vogherese, club di Serie D, era stato arrestato con l’accusa di stupro di una giovane di 19 anni. Dopo oltre un mese di detenzione nel carcere di San Vittore a Milano, è stato rilasciato in quanto gli esiti del test del DNA, come riportano alcuni quotidiani citando fonti investigative, hanno escluso una corrispondenza tra il suo profilo genetico e le tracce biologiche trovate sulla vittima violentata lo scorso ottobre in un’area cani del quartiere Niguarda di Milano.
Il suo avvocato, Daniela Damiano, ha presentato una richiesta di revoca della misura cautelare, che è stata accolta dal giudice per le indagini preliminari Alberto Carboni, lo stesso magistrato che aveva firmato l’ordine di arresto nel contesto dell’indagine della Procura e della Squadra Mobile. Bahirov, durante l’interrogatorio, aveva ammesso di aver incontrato e parlato con la ragazza la sera delle presunte violenze, ma aveva sempre negato di aver commesso lo stupro.
La giovane si aggirava smarrita intorno alle 3 del 23 ottobre nei pressi di piazzale Istria, con i vestiti bagnati e sporchi. Dopo essere stata interrogata dalla polizia, aveva denunciato di essere stata violentata, confermato poi dagli esami presso la clinica Mangiagalli. Le indagini erano partite da lì. Secondo le ricostruzioni, la ragazza aveva litigato con la famiglia quella sera e si era allontanata da casa, recandosi a comprare una bottiglia di vodka. Le telecamere di sorveglianza di una banca avevano ripreso la giovane mentre attraversava la strada in piazzale Istria, seguita da un uomo. Quando si era seduta su una panchina del parco Osiris poco distante, lui l’aveva raggiunta.