Sul filo di lana, ma alla fine la Riforma dello sport fortemente voluta dall’ormai ex ministro Vincenzo Spadafora diventa legge dello Stato: salvo clamorosi ma improbabili colpi di scena, i cinque Decreti attuativi della Legge 8/8/2019 otterranno oggi l’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri e saranno convertiti in legge, saltando la fase finale delle discussioni nelle Commissioni parlamentari che avrebbe reso impossibile rispettare la scadenza del 28 febbraio oltre la quale i provvedimenti sarebbero decaduti costringendo a ripartire da capo con una nuova proposta di legge.
Rispetto alla prima stesura, i Decreti hanno subito diverse modifiche a seguito dell’interlocuzione fra Stato Regioni e Province autonome. Restano comunque confermati i capisaldi della riforma:
- Definizione del ruolo del lavoratore sportivo, a partire dal luglio 2022 anziché da settembre 2021 come inizialmente previsto, con tutele previdenziali e assistenziali
- Introduzione della categoria degli “amatori” per soggetti già titolari di rapporti lavorativi
- Abolizione del vincolo sportivo, con una fase transitoria di cinque anni anziché ex abrupto da luglio 2022
Ci sono inoltre altre disposizioni di minore impatto mediatico ma destinate a modificare significativamente il settore:
- Introduzione del Registro nazionale delle attività dilettantistiche gestito da Sport e salute
- Acquisizione semplificata della personalità giuridica per le ASD e possibilità per le società sportive di assumere qualsiasi forma societaria tra quelle previste dal Libro V del Codice civile e di ridistribuire parzialmente gli utili di gestione
- Possibilità per ASD e SSD di assumere la qualifica di enti del terzo settore
Un autentico tsunami amministrativo destinato a stravolgere completamente l’organizzazione dello sport dilettantistico in Italia. Come, lo scopriremo nelle prossime settimane.
fonte: nuoto.com