La Lega Nazionale Dilettanti sta lavorando a una possibile riforma del campionato di Serie D, che potrebbe entrare in vigore a partire dalla stagione 2026/2027, nel caso in cui le leghe professionistiche (Serie A, B e C) non attuino un riassetto strutturale dei campionati.
L’ipotesi in discussione prevede una riduzione degli attuali nove gironi a otto, con le rispettive otto promozioni dirette in Serie C, a cui si aggiungerebbe una nona promozione assegnata tramite una fase play-off nazionale. Un meccanismo che darebbe finalmente un peso concreto alla post-season, attualmente utile solo a definire una graduatoria in caso di ripescaggi, spesso inaccessibili per limiti infrastrutturali e costi non derogabili.
L’idea, già emersa nel corso di un’assemblea di Lega due anni fa, ha acquisito solidità nell’estate 2023, dopo che per la prima volta non sono stati effettuati né ripescaggi né riammissioni dalla D alla C, lasciando diverse società escluse e deluse. Il format, sulla scia di quello utilizzato fino al 2017, vedrebbe le squadre dal secondo al quinto posto di ogni girone affrontarsi in play-off interni. Le vincitrici accederebbero a una fase nazionale a eliminazione diretta, con quarti di finale, semifinali e finale per assegnare il nono pass verso la Serie C.
Una volta approvato, il nuovo format richiederebbe un periodo di attuazione di almeno 24 mesi, motivo per cui l’avvio è previsto non prima della stagione 2026/27.
Intanto, dalla prossima stagione, la Serie D tornerà ufficialmente a 162 squadre, come già deliberato dalla LND. Grazie all’introduzione del nuovo articolo 52, comma 10, le città rimaste prive di club in Serie C dovranno ripartire dall’Eccellenza, eliminando il rischio delle consuete iscrizioni in soprannumero.
La riforma, se confermata, rappresenterebbe una svolta nella struttura del massimo campionato dilettantistico italiano, rendendolo più competitivo, meritocratico e coinvolgente fino all’ultima giornata.