Omicidio ex calciatore Martimucci, due arresti dopo dieci anni

A quasi dieci anni dall’attentato che costò la vita a Domenico Martimucci, che all’epoca militava nel Castellaneta, i carabinieri del comando provinciale di Bari hanno arrestato Nicola Centonze e Nicola Laquale, ritenuti responsabili dell’omicidio volontario. L’operazione è il risultato di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. I due sono accusati anche di tentato omicidio plurimo e detenzione di materiale esplosivo, con l’aggravante del metodo mafioso.

Martimucci rimase gravemente ferito il 5 marzo 2015 in seguito all’esplosione di un ordigno all’interno di una sala giochi di Altamura. L’attacco, ritenuto un atto intimidatorio, causò il ferimento di otto persone. Dopo quasi cinque mesi di coma, il 27enne morì. Le nuove indagini si basano sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che hanno permesso di ricostruire il ruolo degli arrestati: Centonze avrebbe coordinato l’attentato, mentre Laquale avrebbe fornito l’ordigno. La procura di Bari ha richiesto le misure cautelari, accolte dal gip: uno dei due è stato condotto in carcere, mentre l’altro si trova agli arresti domiciliari.

Il ringraziamento della famiglia Martimucci

Durante la conferenza stampa sull’arresto, Lea Martimucci, sorella di Domenico e fondatrice dell’associazione Noi siamo Domi, ha espresso gratitudine nei confronti delle forze dell’ordine e della magistratura: “Voi siete i nostri numeri 10, grazie per tutto quello che fate”, ha dichiarato, ricordando il numero di maglia con cui giocava il fratello.

La famiglia e la comunità di Altamura, ha sottolineato, continuano a portare avanti il ricordo di Domenico e a impegnarsi per la legalità: “La mafia esiste e si rigenera, ma noi siamo sentinelle del territorio. Insieme alle istituzioni, possiamo fermarla”. Infine, un pensiero al fratello: “Secondo me, Domi sta ridendo e sarà sicuramente orgoglioso di quello che stiamo facendo”.

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