Morì sul campo di calcio: Figc e Lnd condannate al risarcimento

La Corte d’Appello di L’Aquila ha respinto il ricorso presentato dalla Federazione Nazionale Giuoco Calcio e dalla Lega Nazionale Dilettanti contro la sentenza di primo grado, emessa dal tribunale di Sulmona nel 2018, con cui veniva dichiarata anche la loro responsabilità nella morte di G.T., il 53enne calciatore dell’Aielli colto da infarto, nel febbraio 2013, durante una partita del campionato amatoriale a Bugnara.

Le successive indagini evidenziarono che il 53enne, oltre ad essere sprovvisto di idonea certificazione all’attività sportiva, soffriva di ipertensione arteriosa. All’uomo, è stato, pertanto, riconosciuto un concorso di colpa del 50 per cento. “Egli, infatti, era ben conscio di soffrire di ipertensione arteriosa, per la quale assumeva regolare terapia farmacologica, ed altrettanto volontariamente non si sottopose alla visita medica necessaria per il conseguimento del certificato di idoneità”.

Per i giudici, “l’associazione sportiva Amatori Aielli non aveva tutelato e vigilato in modo diligente e prudente sulla salute e sull’integrità fisica del calciatore” ed “un’ analoga responsabilità poteva essere affermata nei confronti di Figc e Lnd non vigilando sull’omessa acquisizione da parte dell’associazione sportiva di appartenenza dell’atleta, di idonea e valida certificazione”.

“FIGC e la LND devono intendersi direttamente tenute, in relazione alle manifestazioni sportive organizzate, alla tutela della salute degli atleti che, previo tesseramento, vi prendano parte quali appartenenti ad una società o associazione sportiva affiliata”. Alla moglie e alle figlie di G.T., assistite dall’avvocato Berardino Terra, è stato riconosciuto un risarcimento da mezzo milione di euro.

 

fonte: terremarsicane.it

 

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