Nello stadio Ahmed bin Ali di Ar Rayyan, lunedì 21 novembre alle 14 italiane è in calendario Inghilterra-Iran, prima partita del gruppo B del Mondiale in Qatar.
La situazione nel Paese asiatico nelle ultime settimane è molto grave, con la repressione brutale delle proteste di piazza dopo la morte di Mahsa Amini. La novità è che 149 attivisti iraniani hanno scritto una lettera alla Fifa, ricordando la presa di posizione di alcuni atleti e chiedendo l’esclusione del loro Paese dalla Coppa del Mondo che scatta il 20 novembre a Doha. La lettera, redatta da uno studio legale spagnolo, è stata promossa da una giornalista iraniana che vive negli Usa: «La brutalità e la belligeranza dell’Iran nei confronti del proprio popolo ha raggiunto un punto critico, necessita una dissociazione inequivocabile e ferma dal mondo dello sport. Il calcio in Iran non è uno spazio sicuro per le donne, a cui è stato costantemente negato l’accesso agli stadi, in netto contrasto con i valori e gli statuti della Fifa».
La Fifa ascolterà questo appello, mettendo in dubbio la presenza di un Paese di 80 milioni di abitanti a meno di un mese dal Mondiale? Molto difficile, perché non siamo di fronte a una guerra come nel caso della Russia o di una guerra civile come quella che portò all’esclusione della Jugoslavia da Euro 1992. Siamo nel campo, minato, dei diritti civili. Nel quale la Fifa non ha intenzione di avventurarsi.
Tuttavia nella notte italiana ad Auckland in Nuova Zelanda, è previsto un consiglio della Fifa: nell’ordine del giorno piuttosto fitto — che spazia dalla questione delle commissioni agli agenti fino al commissariamento della Federcalcio indiana — c’è solo il generico accenno ad «aggiornamenti sull’imminente Mondiale». Possibile che si parli dell’Iran e della sua posizione, molto più complicato che la Nazionale di Teheran venga esclusa dalla Coppa. E ancora più difficile che al suo posto venga ripescata l’Italia, che pure è campione d’Europa ed è la migliore del ranking Fifa, di gran lunga, tra le non qualificate: la Federcalcio non è stata informata di nulla e a Roma un ripescaggio non viene preso in considerazione. Nel caso di esclusione dell’Iran sarebbe più naturale richiamare la prima asiatica rimasta a casa, gli Emirati Arabi, che peraltro non sono i migliori amici del Qatar.
Su questo specifico tema il regolamento della Coppa del Mondo, al paragrafo 6 dell’articolo 5, lascia aperta ogni interpretazione, comprese quelle illusorie per gli azzurri: «La Fifa deciderà sulla questione a sua esclusiva discrezione e intraprenderà qualsiasi azione si ritenga necessaria».
fonte: corriere.it