Il calcio ai tempi della tecnologia: com’è cambiato nel corso degli anni

Il calcio moderno è completamente diverso rispetto a quello di qualche anno fa. E non solo per quanto riguarda le partite in sé, ma in particolar modo per come queste vengono gestite dagli arbitri e seguite dagli tifosi. Oggi, infatti, la grande rivoluzione si chiama VAR – acronimo di Video Assistant Referee. Una rivoluzione che ha cambiato profondamente il mondo del calcio rispetto a com’era, ad esempio, quando è stato inventato nel 1848. Si tratta di un arbitro ulteriore il quale, al contrario di quanto suggerisce la denominazione, sarà una persona in carne e ossa e dovrà affiancare l’arbitro sul campo. Il VAR, infatti, sfrutterà l’armamentario di telecamere posizionate a bordo campo e sulla linea di porta per verificare quello che succede durante la partita e aiutare l’arbitro presente in campo a non farsi sfuggire niente. Per qualsiasi mancanza, quest’ultimo sarà avvisato mediante un segnale sonoro e provvederà a riparare al proprio errore. Il Var, ad esempio, servirà particolarmente nelle situazioni di presunto fuorigioco, di possibile rigore oppure di espulsione. Bisogna capire che il fuorigioco che vediamo in tv è diverso da quello che si vede al var. Differente è il modo di considerare la partenza del pallone: le tv fermano l’immagine quando la palla è già staccata dal piede. Il momento giusto per verificare la posizione di fuorigioco, però, è quello precedente, in quello del contatto tra piede e palla. Un paio di frame prima.

Il modo di seguire le partite Oggi però a cambiare non sono soltanto le regole del calcio, ma anche il modo di seguirlo. Basta, infatti, una connessione internet per avere accesso a migliaia di informazioni in tempo reale sui calciatori e sulla propria squadra del cuore. Un modo perfetto per ammazzare il tempo, un po’ come avviene con i giochi online come Casino777 blackjack online. Allo stesso modo grande importanza hanno assunto i social, per i calciatori stessi e per i propri fans. Le piattaforme social rappresentano una sorta di racconto minuto per minuto che appassiona milioni di persone, tifosi e seguaci, che in questo modo possono conoscere il proprio campione preferito come se fosse un amico o un parente, unendo alla passione sportiva quella per il personaggio. Perché oggi gli sportivi, in Italia soprattutto i calciatori – non restano più confinati dentro il campo da gioco, ma puntano a essere visibili sui nostri smartphone. Non a caso i campioni di ogni squadra hanno milioni di follower. Pensiamo ad esempio a Cristiano Ronaldo. Il portoghese vanta su Facebook quasi 123 milioni di follower. Per capire la dimensione, si tratta di un numero di persone superiore a tutti gli abitanti del Messico. Su Instagram CR7 ha addirittura qualcosa come 180 milioni di follower, che scendono a 88 milioni su Twitter. Il totale fa 391 milioni di follower: più dei residenti degli Stati Uniti d’America, che ammontano a 330 milioni di abitanti. Molto seguito è Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha un totale di fan sui tre principali social ammonta a quasi 76 milioni di follower, con una netta preponderanza (42 milioni) per Instagram, il social delle “storie” che ha appena festeggiato i primi dieci anni di vita. Al terzo posto del podio virtuale della serie A c’è invece un altro giocatore della Juventus, Paulo Dybala, che arriva in totale a 43 milioni di follower. Dietro di lui altri due bianconeri: il portiere Gianluigi Buffon, a quota 17 milioni, e – un po’ a sorpresa – Juan Cuadrado. L’esterno colombiano segue di poco l’ex portiere della Nazionale italiana, con un numero di follower superiore ai 16 milioni e mezzo. La stella del PSG, Neymar, ha un engagement di circa 300 milioni di utenti. Di poco superiore a Leo Messi. L’argentino , eterno rivale in campo di Cristiano Ronaldo, si difende comunque decisamente bene raggiungendo poco più di 200 milioni di persone. Anche le squadre di Serie A si sono abbandonate a questo mood. Questo perché dietro un social ben tenuto ci sono importanti opportunità di business: il valore economico deriva dalla possibilità di arrivare a una platea sempre più ampia di interlocutori, nell’ambito di progetti che possono produrre utili. Chiaramente, se poi non si vince sul campo è più complicato veder crescere i risultati in Rete. Le squadre più all’avanguardia non si limitano a diffondere notizie e foto sui social, ma si servono, per esempio, delle Instagram Stories per far conoscere gli eventi a cui prendono parte i giocatori.

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