Nicolò Fagioli, 24 anni, è finito in una spirale di scommesse illegali e debiti milionari da cui è uscito solo grazie a un percorso terapeutico. Ma prima di intraprenderlo, ha vissuto una fase di profonda dipendenza dal gioco, cercando disperatamente aiuto economico da decine di colleghi calciatori, come emerge dall’inchiesta della Procura di Milano.
Secondo quanto riportano le carte giudiziarie, il centrocampista – attualmente in prestito dalla Juventus alla Fiorentina – avrebbe ricevuto aiuti economici da 31 giocatori, ai quali chiedeva di effettuare bonifici e versamenti, spesso indirizzati alla gioielleria Elysium di Milano, utilizzata come schermo per il recupero del denaro perso nelle scommesse.
I bonifici venivano giustificati come pagamenti per orologi di lusso, in particolare Rolex, che in realtà non venivano mai ritirati. In altri casi, il denaro veniva trasferito su carte PostePay. In totale, Fagioli avrebbe bonificato personalmente oltre 693.000 euro, ma il debito accumulato era così elevato da costringerlo a chiedere prestiti consistenti.
Tra i nomi emersi:
– Federico Gatti (40mila euro)
– Radu Dragusin (40mila)
– Memeh Okoli (41mila)
– Alessandro Plizzari (15mila)
– Stefano Turati (12mila)
Gli altri calciatori coinvolti, non indagati, sono: Stefano Turati, Federico Gatti, Alessio Di Massimo, Alessandro Plizzari, Radu Matei Dragusin, Gianmaria Zanandrea, Filippo Nardi, Matteo Vitali, Nicolò Armini, Pasquale Salerno, Francesco Luciani, Lucas Oliveira Rosa, Flavio Zisa, Alberto Esposito, Daniele Barbato, Alessandro Russo, Cristiano Pompili, Andrea Valzani, Memeh Caleb Okoli, Alessandro Salami, Marco Sartori, Lorenzo Maccabruni, Gaetano Pulino, Gerardo Petrosino, Emanuele Zerbi, Andrea Ferrari, Manuele Marino, Gabriele Boloca, Andrea Volpatto, Mouhamadou Fallou Mbacke Sarr, Luca Ragazzi.
Secondo la Procura, Fagioli non solo partecipava attivamente alle scommesse su piattaforme illegali, ma promuoveva le stesse tra i suoi conoscenti, talvolta ricevendo bonus o riduzioni del debito in cambio della pubblicità.
Un altro elemento inquietante emerso dall’inchiesta riguarda la sua carta di credito, che Fagioli avrebbe lasciato in cassaforte alla gioielleria milanese, fornendo anche il pin agli organizzatori per un uso diretto, a ulteriore dimostrazione dello stato di sudditanza totale nei confronti del sistema illecito.
Sul piano penale, Fagioli dovrebbe cavarsela con una sanzione pecuniaria, ma ha già pagato in ambito sportivo con una squalifica di 7 mesi, patteggiata con la Procura Federale. L’inchiesta resta aperta per gli organizzatori del sistema illegale, per i quali è stata chiesta la misura degli arresti domiciliari.