Christian Riganò, il bomber operaio: dal cantiere ai gol in Serie A

Dai cantieri edili ai gol in Serie A e Liga: l’ascesa di Christian Riganò, bomber atipico e amatissimo

Dai cantieri al professionismo: la storia di un bomber atipico

Nato il 25 maggio 1974 a Lipari, in provincia di Messina, Christian Riganò è la perfetta incarnazione del sogno calcistico realizzato con sacrificio e determinazione. Prima di affermarsi come attaccante nei campionati professionistici, lavora come muratore, allenandosi nei ritagli di tempo. A lungo lontano dai riflettori, non rinuncia alla sua passione per il calcio, promettendo a sé stesso che, se non fosse riuscito a emergere, sarebbe tornato al suo mestiere.

Questa gavetta fuori dal comune segna profondamente la sua carriera, rendendolo un esempio di perseveranza.

Gli inizi: dai dilettanti alla ribalta con il Taranto

I primi passi nel calcio li muove nei campionati dilettantistici siciliani, giocando per il Terme San Calogero e poi per l’AS Lipari, squadra dell’isola in cui milita anche suo fratello. Dopo quattro stagioni prolifiche, approda al Messina in Serie D, dove però segna solo tre reti in 29 presenze. La svolta arriva con il trasferimento all’Igea Virtus, dove realizza 28 gol in due stagioni, dimostrando di essere un attaccante di razza.

Il vero trampolino di lancio è l’esperienza con il Taranto in Serie C2. Qui diventa protagonista della promozione in Serie C1, grazie ai suoi 14 gol nella stagione 2000-2001. L’anno successivo esplode definitivamente: 27 reti in 33 partite gli valgono il titolo di capocannoniere della Serie C1 e attirano su di lui l’attenzione delle grandi squadre.

La consacrazione con la Fiorentina

Nel 2002 arriva la chiamata destinata a cambiargli la carriera: la Florentia Viola, erede della fallita Fiorentina, lo sceglie come centravanti per ripartire dalla Serie C2. Inizialmente, Riganò pensa a uno scherzo quando viene contattato dall’ex portiere Giovanni Galli, ma poi accetta l’offerta e diventa subito il leader dell’attacco viola.

All’esordio segna una doppietta e chiude la stagione con 30 gol in 32 partite, trascinando la Fiorentina alla promozione. L’anno successivo, in Serie B, realizza 23 reti in 44 gare, contribuendo al ritorno in Serie A. Nella massima serie, però, fatica a trovare spazio e nel 2005 viene ceduto in prestito all’Empoli, prima di lasciare definitivamente il club nel 2006con un bottino di 57 gol in 94 presenze.

Messina e la tripletta in Liga con il Levante

Nel 2006 torna protagonista in Serie A con il Messina, segnando 19 gol in 26 partite e piazzandosi al terzo posto nella classifica marcatori della stagione. Questo exploit gli vale perfino l’ipotesi di una convocazione in Nazionale, ma l’opportunità non si concretizza.

L’anno seguente si trasferisce in Spagna, al Levante, dove vive un’esperienza breve ma significativa: segna 4 reti in 12 partite, tra cui una tripletta contro l’Almería, diventando il secondo italiano della storia (dopo Christian Vieri) a segnare tre gol in una gara di Liga.

A gennaio 2008 torna in Serie A con il Siena, ma segna solo una rete in 17 presenze.

Gli ultimi anni e il ritorno alle origini

Dopo il 2008, Riganò gioca in Lega Pro con Ternana e Cremonese, per poi chiudere la carriera tra i dilettanti, vestendo le maglie di San Frediano Rondinella, Jolly Montemurlo e Aquila Montevarchi. Si ritira definitivamente nel 2012, lasciando il calcio con oltre 300 gol segnati in carriera.

Dopo il ritiro, sorprende tutti tornando al suo vecchio mestiere di muratore. “So fare due cose nella vita: i gol e il muratore”, ha dichiarato con orgoglio nel 2023, sottolineando di non avere rimpianti.

L’esperienza da allenatore

Pur avendo ripreso la sua attività nel settore edilizio, Riganò non ha mai abbandonato del tutto il calcio. Si è dedicato alla carriera da allenatore, guidando squadre dilettantistiche come Incisa, Fiesole, Affrico e, dal 2025, il Casellina.

La parabola di Christian Riganò è un esempio di sacrificio e meritocrazia: un bomber atipico, capace di emergere con tenacia e talento, senza mai dimenticare le proprie radici.

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