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Addio a Bruno Pizzul, storica voce della Nazionale

Il giornalista sportivo si è spento all'ospedale di Gorizia. Ha raccontato cinque Mondiali e quattro Europei con il suo inconfondibile stile

Si è spento all’età di 86 anni Bruno Pizzul, icona del giornalismo sportivo italiano. Ricoverato all’ospedale di Gorizia, il celebre telecronista avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. Con la sua scomparsa, se ne va una delle voci più amate e riconoscibili della televisione italiana, capace di raccontare con sobrietà ed eleganza alcune delle pagine più esaltanti del calcio azzurro.

Per oltre quattro decenni, Pizzul ha accompagnato i telespettatori nelle principali competizioni calcistiche internazionali, commentando cinque edizioni dei Mondiali e quattro degli Europei. Il suo stile inconfondibile, misurato e mai sopra le righe, ha segnato un’epoca e fatto scuola nel panorama della telecronaca sportiva. La sua ultima cronaca risale all’agosto 2002, prima del ritiro dal commento in diretta. Successivamente, ha continuato a collaborare con la Rai, prendendo parte a trasmissioni come Domenica Sprint e La Domenica Sportiva.

Uno dei momenti più drammatici della sua carriera fu la tragica notte del 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, teatro della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. In quella circostanza, la sua voce fu costretta a raccontare la tragedia che costò la vita a 39 persone e provocò centinaia di feriti. “Mi sentii schiacciato – raccontò in un’intervista – dall’assurdità di essere arrivato in una bella e civile città europea per raccontare una partita di calcio e dover invece parlare di una strage”.

Con la scomparsa di Bruno Pizzul, il giornalismo sportivo italiano perde una delle sue figure più autorevoli e rappresentative, simbolo di un’epoca in cui la telecronaca sapeva coniugare passione e compostezza.