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Il calcio piange la scomparsa del DS Graziani

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A 76 anni, dopo una breve malattia, ci ha lasciato Enrico Graziani, un raffinato conoscitore del calcio. In Abruzzo, ha accumulato esperienze significative: nel Lanciano, nei settori giovanili del Francavilla di Luciani e del Pescara, nel Chieti e nel Teramo di Malavolta, con cui ha ottenuto la promozione in Serie C1 nel 2002, sfiorando la Serie B nella stagione successiva. Tuttavia, è soprattutto nel Frosinone del presidente Stirpe che ha lasciato un segno indelebile.

Graziani ha lavorato nel club giallazzurro per ben 8 stagioni, dal 2003 al 2011, quando il presidente Stirpe era ancora agli esordi. Subito ha ottenuto la promozione in Serie C1 con il tecnico Daniele Arrigoni, su cui Graziani aveva scommesso già a Pesaro, conquistando il campionato di Serie C2.

Nell’estate del 2005, Graziani ha affidato la panchina a Ivo Iaconi, che ha raggiunto la storica promozione in Serie B. Nella stagione 2006/2007, al primo anno nel campionato cadetto, c’è stata la soddisfazione di conquistare una vittoria all’Adriatico di Pescara grazie ai gol di Lodi e Di Nardo.

Nato a Udine da una famiglia romagnola, ma radicato in Abruzzo da oltre 40 anni, a Città Sant’Angelo, Enrico Graziani è stato un appassionato conoscitore del calcio. Possedeva una grande competenza, ma anche classe e discrezione. La sua scomparsa rappresenta una perdita per il mondo del calcio, lasciando un vuoto incolmabile.

 

Il comunicato del Frosinone Calcio

“Uomo di grande cultura, brillante, simpatia sempre in modalità ‘on’, è stato un dirigente che ha saputo coniugare il verbo della Società pur nel pieno rispetto professionale e umano di tutti i tesserati. Con gli allenatori aveva un rapporto altamente professionale che veniva sempre prima del pur profondo senso di stima e spesso anche di amicizia. Come fu ad esempio con Daniele Arrigoni, che aveva avuto nella Vis Pesaro, e Ivo Iaconi, pescarese doc. Indimenticabili i siparietti con i due tecnici, tra di loro sapevano di potersi permettere qualche parola in più proprio per il forte legame al di fuori dei fatti di calcio. Amante della buona cucina, il Direttore a tavola sapeva miscelare abilmente pillole di calcio, di saggezza, aneddoti e racconti ed allo stesso tempo riusciva sempre a dispensare consigli sempre utili a quella ristretta cerchia di persone che ebbe la fortuna di poterlo frequentare nella sua esperienza al Frosinone.
Suoi allenatori all’ombra del Campanile anche Cavasin, Braglia, Moriero, Carboni e Campilongo. Per i giocatori è stato un padre attento ai dettagli quotidiani, un consigliere, ha saputo ‘miscelare’ ad arte la giusta dose di rimbrotti e carezze. Graziani fu l’artefice della ‘nascita’ del Frosinone che, con il passare degli anni, si sarebbe successivamente radicato tra i primi 40 club in Italia.
Alla sua prima stagione in giallazzurro contribuisce al ritorno in serie C1, categoria nella quale il Frosinone mancava da 18 anni. Con lui si sfiora la serie B nella stagione 2004-’05, quindi l’anno dopo arriva la prima storica promozione in serie B con Ivo Iaconi in panchina. Incancellabile nella finale di ritorno con il Grosseto l’11 giugno 2006 la sua immagine in panchina, l’immancabile sigaretta penzoloni tra le labbra e la sofferenza prima del tripudio. La stagione successiva è quella della serie B travisata da A2, il Frosinone si salva. Rimane a Frosinone fino al maggio 2011, quando con grande senso di responsabilità, rassegna le dimissioni da Direttore Generale del Club dopo la retrocessione in Lega Pro. Durante la sua gestione, grandi intuizioni e scoperte: da Zappino a Sasà Bocchetti, da Lodi a Eder, da Dedic a Evacuo e poi favorì l’arrivo di giocatori-squadra come Antonioli, Anaclerio, Pagani, Margiotta e tanti altri.
E’ rimasto, anche dalla ‘sua’ Città Sant’Angelo, legato a doppio filo con la Società giallazzurra. Con il presidente Maurizio Stirpe un rapporto unico, bello, fatto di stima ed amicizia reciproca. E poi con tutti i dirigenti nel corso delle stagioni. Il Frosinone Calcio perde un pezzo della propria storia, un tifoso innamorato, un amico per sempre”.