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PromLombardia: Muggiò, lettera del presidente Pace “Il Calcio dilettantistico ai tempi del Covid”

Pubblicata sulla pagina Facebook del club:
Il calcio è lo sport più praticato in Italia e nel mondo e credo che questo sia più una responsabilità che una possibilità. Ovviamente non è l’elite delle serie superiori che costituisce questa maggioranza ma bensì il calcio di base e dilettantistico. Spieghiamo meglio: in Italia una persona su 3 pratica sport (20 milioni di persone) ed uno su 4 pratica il calcio (circa 5 milioni di persone di cui 1.5 milioni in una società iscritta ad un torneo riconosciuto da varie leghe), tanto premesso, lo sport in genere, soprattutto il calcio (per numeri e sottolineo per nessun altro parametro che riguardi prestigio o importanza), costituiscono un fattore essenziale della vita di moltissime persone. Il calcio è importante per la salute psico-fisica dell’atleta giovane o adulto che sia, è importante per i genitori dei giovani perché svolge un ruolo sociale nell’equilibrio familiare, è importante per i nonni che si sentono ancora utili e con passione e dedizione accompagnano e tifano per i nipotini, è importante, soprattutto nel dilettantismo, per molti volontari che trovano nel loro hobby la voglia di prodigarsi nel manutenere campi e strutture da restituire puliti e decorosi ai nostri piccoli e grandi atleti sentendosi così utili e parte di qualcosa! Integrante, salutare, inclusivo, educativo, aggregante, indispensabile…siamo sicuri che si doveva sospendere invece che regolamentare il calcio o lo sport in genere?
Abbiamo avuto la possibilità di dire la nostra, come Società dilettantistiche, ma abbiamo fallito, abbiamo avuto paura, il maledetto virus ha prevalso sulla nostra passione generando perplessità più o meno valide ed è così che dalla Promozione in giù la stagione per quest’anno con molta probabilità vede già la sua fine! Non posso però esimermi dal dire di aver notato una grandissima apertura ed attenzione delle Società verso gli ambiti dove si ricavano risorse: giovanili e tornei estivi…ed una chiusura totale verso le competizioni dove c’è invece da profondere sforzi lavorativi ed economici, manco se il Covid quando c’è da incassare diventa più clemente…
Maneggiano una passione che è importante nell’ecosistema sociale come le api nell’ecosistema naturale: si doveva provare ad esigere condizioni migliori per poter giocare, si dovevano perseguire le condizioni di sicurezza per poter giocare, poi magari non ci saremmo riusciti ma almeno ci avremmo provato;ci volevano idee e buoni propositi anziché una vigliacca ritirata… Il calcio non andava ucciso a gennaio senza nemmeno un po’ di fiducia, di ottimismo! Abbiamo lasciato che la squadra composta dall’aspetto economico, la paura, la disorganizzazione,
segnasse nella nostra porta il gol che uccide la partita!
Riflessione di un presidente di una piccola squadra di provincia ancora innamorato del pallone…quello vero!
Luciano Pace