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Nations League: San Marino 0-0 contro Gibilterra. Altro risultato storico

Articolo pubblicato sul sito ufficiale della FSGC:

SAN MARINO [4-4-2]

E. Benedettini; Brolli, Simoncini, Rossi, Palazzi; Tomassini (dal 57’ Ma. Battistini), Lunadei, A. Golinucci, Hirsch (dal 57’ Mularoni); Berardi (dal 67’ Vitaioli), N. Nanni

A disposizione: Stimac, S. Benedettini, D’addario, Mi. Battistini, Ceccaroli, Grandoni, Giardi, Zonzini, L. Nanni

Allenatore: Franco Varrella

GIBILTERRA [4-3-3]

Coleing; Annesley, Wiseman, Sergeant, Torrilla (dal 77’ Priestley); Mouelhi (dal 65’ Styche), Chipolina, Olivero; L. Casciaro (dal 54’ K. Casciaro), De Barr, Walker

A disposizione: Goldwin, Banda, Jolley, Ronan, Mohamed, Barnett, Power, Pons, Coombes

Allenatore: Julio Ribas Vlahovich

Arbitro: Kateryna Monzul (UKR)

Assistenti: Oleksandra Ardasheva (UKR) e Maryna Striletska (UKR)

Quarto ufficiale: Anastasiya Romanyuk (UKR)

Ammoniti: Chipolina, Torrilla, Brolli, Styche

Espulsi: Simoncini

L’ultimo atto della seconda edizione di UEFA Nations League, per San Marino, si sviluppa sotto una pioggia insistente che vessa il San Marino Stadium a partire da un quarto d’ora prima del calcio d’inizio agli ordini di Kateryna Monzul, che coordina una quaterna ucraina tutta al femminile. In casa San Marino torna tra i pali dall’inizio Elia Benedettini, con Simoncini al comando della difesa dopo la giornata di squalifica scontata con il Liechtenstein. Rispetto a Vaduz confermati gli otto titolari, tra cui Filippo Berardi, aggregatosi all’ultimo minuto e giusto in tempo per la sfida odierna dopo le note vicende legate all’atteso esito del test molecolare effettuato alla vigilia. Alessandro Golinucci prende il posto del fratello Enrico – squalificato –, mentre Manuel Battistini parte dalla panchina.

Com’era semplice immaginare e come di fatto è stato nella sfida d’andata, la partita è equilibrata nei primi minuti di gioco interpretati da San Marino con buona aggressività ed un baricentro piuttosto alto. Gli ospiti si fanno pericolosi in un paio di situazioni da palla inattiva, situazione da cui è scaturito il successo di inizio settembre. Gli uomini di Ribas sarebbero chiuderebbero aritmeticamente al comando del Gruppo D2 in caso di successo, diversamente l’esito sarebbe rimandato allo scontro diretto col Liechtenstein dell’ultima giornata – quando San Marino osserverà il turno di riposo –. Da punizione laterale anche il primo tentativo biancoazzurra, con Nanni che si conquista e va ad inzuccare fuori la punizione battuta da Berardi.

I Titani approcciano col piglio giusto e quanto al 20’ Coleing sbaglia tutto, il gol sembrava fatto: Berardi, liberato da un fraseggio sulla trequarti, punta la difesa schierata saltando due uomini prima di esplodere un mancino da 20 metri. L’estremo difensore ospite si impegna per evitare il corner, regalando di fatto ad Hirsch un destro a porta vuota: la terza linea gibilterrina arriva a chiudere in tempo, concedendo l’angolo che doveva essere. San Marino ora è padrone della partita e sfiora il vantaggio anche con Nanni, che va a incrociare di testa un traversone di Brolli: sfera fuori di un soffio, dopo un tocco di polpastrelli di Coleing – che si riscatta rispetto all’episodio precedente –.

Gibilterra incassa il colpo e si assesta su posizioni molto più difensive fino oltre la mezz’ora, quando torna a farsi pericolosa su piazzato: Chipolina, unico ammonito sin lì, sbuca in spaccata sul secondo palo e manca l’impatto col pallone – dal limite dell’area piccola – per una questione di centimetri. Gli ospiti ora difendono con una linea a cinque, che non nega un gran filtrante a Rossi – bravo ad indovinare la traiettoria che libera Palazzi alle spalle di Sergeant. Leggermente lungo il traversone, con Tomassini che finisce per commettere fallo ai danni di Torrilla sullo slancio. È l’ultima cosa del primo tempo, che termina sullo 0-0 con una buonissima prestazione da parte dei Titani – quasi mai in sofferenza, se non in sporadiche occasioni su palla inattiva dove è stata più confusione che pericolosità –.

L’unico cambio ad inizio ripresa è climatico: il cielo risparmia le squadre dalla pioggia, evidentemente non da un campo pesante e da freddo pungente. Dopo appena tre minuti di gioco San Marino crea la prima opportunità, con un bel fraseggio sulla trequarti che porta all’imbucata per Nanni: ancora indeciso Coleing, che lascia lì un pallone neutralizzato poi con l’aiuto dei compagni. Un attimo dopo, cambia il mondo. Su un pallone vagante a centrocampo Simoncini arriva con la gamba alta, finendo per colpire Torrilla sul quadricipite con i tacchetti: Monzul opta per il cartellino rosso e Varrella corre ai ripari facendo scaldare Manuel Battistini: nel frattempo è Tomassini a scalare in difesa, con Brolli al centro e Berardi a sacrificarsi in corsia destra.

La partita che ne esce è ovviamente del tutto diversa da quella dipanata fino all’espulsione del capitano di San Marino e Ribas avvicenda i due Casciaro per aumentare la pressione offensiva di Gibilterra. Varrella sceglie il doppio cambio per donare equilibrio all’inferiorità numerica sammarinese e riportare Berardi vicino a Nanni: fuori i due esterni per Manuel Battistini e Mularoni, con quest’ultimo a completare un rombo che vede Berardi vertice alto.

Per ovvie ragioni Gibilterra ora mette le tende nella metà campo di casa, rendendosi pericolosa però col solito metodo della palla inattiva: al 62’ Walker pesca il colpo di testa di Torrilla sul secondo palo, che incrocia e va ad un palmo dalla rete dell’1-0. San Marino non disdegna la ripartenza, guadagnandosi un corner che torna tra i piedi di Berardi: il successivo traversone impegna Coleing in un’uscita ancora non troppo sicura. È l’ultimo contributo alla causa sammarinese dell’attaccante della Vibonese, che lascia il posto a Vitaioli per gli ultimi venti minuti abbondanti di gara.

Brivido al 72’, quando Gibilterra costruisce la migliore occasione della partita con la complicità dei centrali di casa: Brolli fallisce il rinvio e Rossi a vuoto nell’anticipo da ultimo uomo su De Barr, che arriva davanti ad Elia Benedettini. La punta del Lincoln FC apre il piattone, spedendo incredibilmente a lato. Per ragioni simili, la partita si innervosisce nel finale e i primi a farne le spese sono Torrilla e Brolli – ammoniti nell’ordine e a distanza di pochi minuti per interventi da tergo –. Sulla punizione di Walker, l’estremo di casa esce con coraggio e decisione finendo per travolgere anche un compagno, che rimane a terra all’interno dell’area piccola.

Dove si ferma l’incursione di Priestley all’82’, quando De Barr vince il duello fisico col diretto marcatore ed Elia Benedettini viene scavalcato in uscita bassa proprio dall’attaccante subentrato. Nei pressi della porta sguarnita, Brolli allontana la minaccia. Sono minuti di passione, gli ultimi di San Marino-Gibilterra, con la Nazionale di casa alle prese con un secondo tempo completamente giocato in inferiorità numerica. A quattro dal termine dei regolamentari, un déjà vu: il fallo sulla riga laterale di Battistini regala una punizione a Walker; stavolta – a differenza dell’andata – la difesa sbroglia, con l’aiuto di un tocco di mano degli avanti ospiti.

Quando si alza la lavagna elettronica di Anastasiya Romanyuk, a segnalare cinque minuti di recupero, il risultato è ancora fermo sullo 0-0 e Gibilterra si riversa completamente in avanti. Che gli ospiti vogliano vincerla a tutti i costi lo si vede anche dal mancato pallone restituito, dopo l’appoggio in fallo laterale di Nanni – avvertito di un compagno a terra, pur rialzatosi un istante più tardi –. C’è da soffrire fino all’ultimo, compreso un corner al 90’+4’ che vede solo Coleing nella metà gibilterrana. È l’ultimo sussulto di una sfida sofferta e meritatamente conclusa con il secondo punto ottenuto in quattro partite dalla Nazionale di San Marino, imbattuta in competizioni ufficiali da settembre – a quando risale anche l’ultimo gol subito in Nations League –. I Titani aprono così la prima serie positiva internazionale della propria storia e – stavolta sì – negli spogliatoi c’è la soddisfazione e la gioia per un risultato storico, ottenuto attraverso grandi difficoltà. E soprattutto, non frutto del caso.